....Dalla raccolta Commedie

 

 

IL M A T T O

 

SCENA UNICA

 

(Veranda di un bar, alcuni tavoli con sedie attorno - una donna giovane con una bambina di pochi anni. La donna seduta al tavolo sorseggia una bevanda e fuma, la bambina - un gelato in mano gioca fra i tavoli)

MAMMA

Antonella stai attenta, non ti sporcare

ANTONELLA

No mamma, non mi sporco

MAMMA

E non ti allontanare che fra poco dobbiamo andare via

ANTONELLA

Mamma, mamma c'è il matto, ho paura, c'è il matto (corre fra le braccia della madre)

MATTO

(va a sedersi ad un'altro tavolo e le osserva)

ANTONELLA

Mamma ho paura, perché ci stà guardando?

MAMMA

Non è niente tesoro, non aver paura, e poi non sta guardando noi

ANTONELLA

Ma si che ci guarda, stà guardando me………. (si stringe alla madre)

MATTO

(le osserva, guarda la bambina impaurita e sorride - si alza e va via)

Non sono cattivo…. non sono cattivo…….

MAMMA

(fa per chiamarlo) Gilberto………. ....... (stringe a se la bambina e la bacia)

ANTONELLA

Mamma, mamma, perché è andato via? e perché lo hai chiamato? - ma tu lo conosci? e perché stai piangendo?

MAMMA

(con imbarazzo) No, non sto piangendo, è il fumo della sigaretta che va negli occhi

ANTONELLA

Ma tu lo conosci quel Signore? chi è?

MAMMA

(con notevole imbarazzo) No, non lo conosco, l'avrò visto qualche volta

ANTONELLA

Ma tu lo hai chiamato Gilberto?

MAMMA

Ma non sarà il suo nome è stato il primo che mi è venuto in mente..

ANTONELLA

Sta tornando, mamma sta tornando, ho paura! (si stringe alla madre)

MATTO

(con un involucro in mano - un regalo) E' per te!

MAMMA

(la bambina esita e la madre..) Prendilo, non aver paura… su prendilo è un regalo, è per te

ANTONELLA

(allunga la mano, lo prende) Che cos'è?

MATTO

Aprilo! è un bel regalo per una bambina bellissima come te!

ANTONELLA

(non riesce ad aprire e stà per strappare la carta)

MATTO

(grida) No! no! (riprende l'incarto ) non devi strappare la carta, non si deve? (come parlando a se stesso) è così delicata, profumata. Chi ha dipinto questa carta ci ha messo dentro tutto il suo amore, tutto il sentimento e chissà quanto tempo ha impiegato per farla così bella nella certezza che poi sarebbe stata ammirata, apprezzata per i suoi colori tenui e sfumati, per i suoi volti dolci e autentici e questo, questo bambino che vola su di un aeroplanino piccolo piccolo, con i suoi occhialetti da pilota, la bella sciarpa di lana che volteggia nell'azzurro del cielo, e quest'altro adagiato su di un batuffolo di nuvola, che dolce. E quest'altro ancora seduto sull'erba in una cornice di fiori multicolori. E quest'altro, quest'altro ancora e poi quell'altro e questo (con sofferente durezza) Questo! con il suo pupazzetto di peluche. Adesso lo tiene fra le braccia, lo accarezza, lo coccola, lo bacia, ma domani? che farà domani? quando si stancherà di tenerlo fra le braccia o quando troverà un'altro diversivo? lo darà via, lo prenderà a calci o lo conserverà nella vecchia cassapanca per poi un giorno, chissà, avrà voglia di giocarci ancora. E tutto questo senza curarsi, senza accorgersi se l'orsacchiotto si era affezionato a lei, se aveva bisogno delle sue mani, delle sue carezze, della stretta delle sue braccia, senza rendersi conto dei sentimenti dell'orsacchiotto, dell'amore che provava verso quella bambina. Ma già, l'orsacchiotto è un pupazzo di peluche, e i pupazzi di peluche non hanno un'anima, non hanno sentimenti, non hanno vita e forse è per questo che tutti i pupazzetti del mondo sorridono sempre, perchè non hanno vita. Sono delle cose e stanno bene in qualsiasi posto li metti. Anche se vengono buttati, calpestati, schiaffeggiati, ti sorridono sempre e sempre ti guardano con quegli occhioni grandi e dolci e bellissimi.Ma se un giorno, immaginate, se un giorno, così all'improvviso senza che nessuno se lo aspetti, una forza magica, suprema, superiore con il solo schioccare delle dita darebbe la vita a tutti i pupazzi, a tutte le bambole, a tutti i giocattoli del mondo, ma vi rendete conto di cosa potrebbe succedere?

Il pupazzetto di peluche ti griderebbe in faccia tutto il suo odio, il suo disprezzo per essere stato così maltrattato ed il pinocchietto di legno per essere stato deriso, beffeggiato da tutti ed un'esercito di bambole, pupazzetti, cagnolini, macchinette, maschere, tutti per le strade a giocare e gridare e saltare e divertirsi e gioire e vivere (piange e ride). Come sarebbe bello, meraviglioso, fantastico leggere nei loro occhi il disprezzo, la pietà,l'amore i sentimenti: la vita insomma. Quella vita negata e sofferta e vedersi finalmente vivi e liberi: liberi di sorridere, liberi di amare, di soffrire, di piangere, liberi di vivere ………. e invece niente di tutto questo! sono corpi inanimati e tali rimarranno ed il pupazzetto di peluche rimarra sempre "il pupazzetto di peluche"….. (si appoggia sul tavolo e continua a piangere)

ANTONELLA

Mamma, ma sta piangendo

MAMMA

Si, sta piangendo!

ANTONELLA

Anche tu mamma, anche tu stai piangendo!

MAMMA

Si tesoro, sto piangendo anch'io ………. (si avvicina al matto) Gilberto….Gilberto, vieni andiamo a casa……abbiamo bisogno di te……….. (si avvicinano ad Antonella) Vieni tesoro andiamo a casa

ANTONELLA

Anche il Signore viene a casa nostra?

MAMMA

Si tesoro….anche il Signore a casa nostra. Nella sua…..nella nostra casa…..

 

SIPARIO

 

clicca qui per tornare all'indice delle commedie

 

 

 

 

 

 

 

© 2009 - taninomateria.it

 

 

 

 

 

RODI' MILICI POETI SICILIANI POETA SICILIANO rodì milici commedie siciliane poesie siciliane

cc