Evidente nel dettaglio
il disagio del confronto
se scavi profondamente in te stesso
illuminando gli angoli nascosti,
portando in superficie quel che resta
di un passato da cui ripartire.
E non puoi non vedere oltre
perché tutto si riduce,
assume le giuste forme:
il granello rimane insignificante puntino,
la montagna facilmente scalabile,
la barriera del tempo frantumata,
e ricominci dal punto in cui hai lasciato.
Ma necessario calpestare le rovine,
capirne i motivi del crollo,
individuare i punti deboli del percorso
e cercare tra essi il punto di partenza.
Rovistare nel passato,
ripercorrere il tempo degli errori,
capirne il senso,
riformularne il verso,
attribuire il giusto peso ed importanza
osservandone con distacco gli eventi.
Sarebbe questo il percorso da seguire,
la giusta direzione nel senso di marcia,
ma un dubbio, una domanda,
un pensiero che assilla,
"quanto distacco nel valutare gli eventi?"
"quanta lucidità per stabilire gli errori?",
"quanto coraggio per smentire certezze?",
quanto di quanto, quanto di che,
quanto di come, di perché,
quanto di me stesso in questo gioco,
le mie speranze, le mie illusioni,
il mio modo di vivere la vita,
lo stesso scopo della mia esistenza,
Azzerare, azzerare tutto e ripartire.
Ma è così, solo così puoi costruire il futuro.
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