Si scompone e sovrappone
il cigolio di una porta
di un varco inaspettato verso fughe lontane
e ci trascina il caldo tepore
di un lungo giorno d'agosto,
di ore interminabili
scandite dal ticchettio
di una vecchia cara sveglia zoppante
e si accentua il battito
sempre più forte,
scandisce i minuti, i secondi,
ottomilaseicentoquaranta,
non passano mai,
eppure è una forza che affoga
nei primi tre quarti di vino,
di un whisky doppio,
di una lambada trascinata a fatica
verso il tramonto
di questa lunga maratona voluta
che stanca e ci lancia
verso l'alba del nuovo giorno
che freme di cose vive e nuove
e incontaminate e libera la mente.
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