ALBA
Io, poeta del niente,
consapevole testimone di un declino inesorabile,
di un giorno che muore,
di una nuova alba che stenta a venire,
di un tempio profanato e stuprato
dove la mente si prostituisce
e il verbo assume forma umana o disumana
e intanto vive nel regno del poi
nei versi di un poeta senza tempo
nelle angosciose paure dei viventi
e passano, vanno oltre, incuranti degli ultimi
coperti da un manto di omertà e silenzio
e spinge sull'acceleratore delle speranze
dove ombre e luci sovrastano i colori vivaci delle stagioni.
E noi lì, coscienti spettatori di un tempo che non torna
testimoni di uno stupro o una violenza di gruppo
incapaci di sussulti, di battiti, di emozioni
e tiriamo dritto, facciamo finta di non vedere
o non capire ciò che si sta consumando
aspettando sempre una nuova alba che stenta a venire.
Tanino Materia
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