ANEMONE DI PRIMAVERA
Raccogliemmo viole e margherite
e ci inerpicammo per gli irti sentieri
alla ricerca di anemone primaverile
che desse un segno e un senso alla sua fama
di fiore del vento o pianto di venere,
ma non trovammo né l'una né l'altra
nella vasta radura che si presentò ai nostri occhi
come un tappeto di colori rosei e violetti
che davano quiete nell'assolato silenzio
di un bosco inviolato e incontaminato
ma che nulla dava e nulla chiedeva
alle nostre anime inquiete che il simbolo
di questo fiore ne rappresentava e delineava i contorni
in una emozione intensa ma fugace.
E forse il tempo ne aveva decretato la fine
nell'attimo stesso in cui alzammo muri
di silenzi e date per scontate le nostre presenze
e le nostre anime ne ebbero piena coscienza
quando una lacrima
come un solco scavò il nostro viso
e sentimmo il canto straziante e stridulo
di una lenta agonia morente.
Nella radura di anemone dai colori vivi e sgargianti
come un presagio di imminente tempesta
sentimmo dentro un frastuono di mille cavalli selvaggi
che lasciarono il segno del passaggio
nella loro innata natura di fuga verso la libertà,
ne prendemmo coscienza e senza voltarci
ci lasciammo alle spalle il bagaglio ingombrante
di progetti, ricordi, emozioni e sogni infranti.
Tanino Materia
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