I GIORNI
Nell'attesa, calpestai le rose del roseto,
i sogni di un bambino e le lacrime di mia madre,
consumai chilometri d'inchiostro
per tutto questo oppure per niente,
e chissà se domani rileggendo i miei versi
mi ricorderò di te, fanciulla, adolescente o donna
nell'ormai tarda sera guardando le stelle
e ti ritroverò in quella scia luminosa
che varca il confine tra il desidero e il reale
che nulla toglie alle fantasiose trame
di una mente adulta e consapevole
che nulla passa invano ma che nulla torna
di un passato giulivo o mesto
nella sua veste a fiori e capelli arricciati
con la tremula voce che ci separa
nell'incapacità di essere noi stessi, schietti e sinceri,
complici e svogliati nel dare un verso e un senso
a quelle pieghe innaturali che ponemmo innanzi
nel dare un significato ed un fine alla tentazione
d'inconsapevole follia che travolge e annega
nel dare un nome alle cose che non hanno un senso
ma che danno vita e colore a vuoti e grigie monotonie.
Ripiantai le rose del roseto
ed asciugai le lacrime di mia madre,
abbandonai i miei sogni da bambino
e riempii i vuoti con tinte vivaci e forti
colorando i miei giorni con secchi di vernice,
a caso, un colore al giorno ed ogni giorno
di un colore diverso.
Tanino Materia
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