PAROLE SUSSURRATE
Mi parlò sottovoce, quasi un sussurro,
un alito leggero, profumato e ardente
accompagnò le sue parole senza senso
ma che andavano oltre la loro semplicità,
avevano un senso e un fine, un'alba e un tramonto,
una leggera sinfonia di poesia, di un flebile suono,
messe d'incanto una dopo l'altra
nel buio della notte che come lucciole
indicavano il percorso, il sentiero,
la strada più breve per raggiungere un cuore,
allietando i contorni di fantastiche emozioni
con parole semplici, dirette e inequivocabili,
“ho te, voglio solo te, tu mi basti”.
E l'infinito prese forma e si distinse
in chiare, limpide sorgenti di pace e quiete
nell'animo nobile del canto di usignolo,
nell'attimo stesso in cui la semplicità dirompente
trova il suo fine e il suo scopo nelle clamorose
sembianze dell'essere adulti e coscienti,
nell'essere vivi e viventi nella evoluzione semantica
di un termine di appartenenza, mio e di nessun altro!
e il tramonto diventò alba e l'alba tramonto
e le ansie smisero di essere ansie
placandosi nell'essere per natura quiete appagante,
d'intensità mordente ma voluttuosa e sincera.
L'appartenersi.
Tanino Materia
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