E poi sentirsi al di fuori
ma il tempo ti segue e ti perseguita,
la perdita o la vincita si misurano assieme,
se la pietà non compete
vedi solo la luce ed è ben poco
la scelta di me è involontaria, arbitraria
e non ho chiesto io d'essere ucciso prima della colpa.
Non si corrompe il giudizio e sceglie.
L'eterna parola giudicante
si fa ragione dell'esistere
e sottrae a me stesso la vita.
Anche a piccoli passi la natura
non serve alla misura
ma non ci si dà mai prima della fine
ed a se stessa per me la morte
ferma la figura che acceca e annulla.
A chi somiglia il vero
nel divergere della parola umana
se ascolti il verbo della sentenza?
io folle non posso misurare il distacco
per me è eterno e mia la morte.
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