Era un'emozione per vivere.
La lunga notte che declina
verso il giorno tiene le sue ombre
più cupe perché più buio
sia il volto a cui volgi lo sguardo.
E libere le mani d'intrecciarsi
nel vivo delle cose
strette in carezze fuggiasche
e da esse in esse trasmettere vita
desiderio appagato di dolcezza
ma non aprire gli occhi
e libera la tua mano sul volto
tracciare i lineamenti per nutrire me stesso.
Sul prato sono ancora vivi
i resti di un pasto non consumato
se fame e sete di quel pasto non era,
abbiamo avuto, abbiamo vinto
e per la nostra festa è altrove l'immagine
profetica e immortale del volere
che distrugge l'occhio della mente.
Io non so quale forza morale
di noi gran parte trascina
entro confini di ragione
perché non si può abbandonare
senza distruggere oltre.
La mia vita di ieri che hai mutata
in una vinta persuasione dolente
si dissolve nella perfetta immagine
dei tuoi occhi chiusi per continuare la notte
perché così, solo così
la tua mano accenna alla mia.
clicca qui per ritornare all'indice della raccolta Gabbiana