....Dalla collana di poesie Gabbiana

 

 

Se vivo e forte il ruggito del cuore

dinanzi alla statua della mia vergogna

separati dal solco d'immatura veggenza

le fonti di fresche acque che dissetano

ma quale? a quale fonte è giusto dissetarsi

e quale il solco ti disseta di linfa vitale

e in quale parte di me l'essere solo si nasconde.

 

Se potessi liberare la fuga

oltre i confini gli ostacoli della mente

appoggiare il capo ed aspettare in quieta solitudine

il passaggio lento e inesorabile di te morte

aggrapparmi alla tua vendetta

e combattere in te un'altra vita

riprendermi la croce che ti avevo donato

e nel segno di libertà

riconquistare il mio cuore adolescente.

 

Nel riflesso della mia immagine

si rafforza il filo che mi lega

la voglia di lasciare per vivere

e basta quel limite nel breve percorso della catena

nelle dannate coincidenze del cuore

dove la vanità consuma e si abbatte

sulle parole, sui sentimenti che dono.

 

La voglia di vincere adulta e perfetta

trasforma l'immagine dove mutato è l'assenso

e lì ad aspettare il pianto come sola ricompensa

alla tua natura destinata ad altri

a chi guarda e attende

che dopo le parole venga il fatto.

 

Ancora un giorno vivo di questo

per entrare nella notte del poi

e misurare a quel fine pura indifferenza

ma per me, in me stesso, dentro di me.

 

 

 

 

 

 

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